LAND ART
Opere di Elena Candeo
Cura del progetto Aisha Ruggieri
Il Ciclo delle installazioni naturali ai Giardini dell’Arena di Padova rientra in un progetto in cui la valorizzazione di un luogo e la sua rigenerazione si identifica con la possibilità della cittadinanza di poterlo non solo vivere, bensì anche interpretare e plasmare.
Essere parte di un nuovo paesaggio che si è venuto a creare in uno spazio prima dimenticato, evitato o di cui si parlava con nostalgia ed un po’ di rammarico, pur essendo il primo Giardino storico della città.
Le installazioni naturali dei Giardini rappresentano una rinascita per tutti ed il loro carattere effimero sta ad indicare la caducità di tutte le cose, ma anche la permanenza storica di un ideale e della forza di volontà che serve per portare a rinascita spazi complessi soggetti alle contraddizioni delle nuove forme di urbanità.
L’OPERA #iosonofina
Opera di Elena Candeo
Cura del progetto Aisha Ruggieri
L’opera #iosonofina si inquadra in un percorso di installazioni naturali presso i Giardini dell’Arena, nel ciclo dedicato all’interpretazione artistica dell’evoluzione di questo delicato paesaggio.
#iosonofina, in fase di restauro continuo, essendo viva, diviene sia all’interno dell’opera di riqualificazione dei Giardini dell’Arena che di questa iniziativa specifica, l’emblema di una voce fondamentale della storia della città che rinascendo dalle viscere della terra esprime pazienza, saggezza e potenza.
Laddove prima in questo luogo vi era abbandono e dimenticanza, ora vi è rinascita e Fina Buzzaccarini, grande promotrice della cultura di Padova, viene omaggiata in questa Installazione Naturale divenendo esempio di ricerca e libertà; l’opera, progettata nel 2019 , vede la luce solo nel 2021 grazie alle autorizzazioni necessarie della Soprintendenza ed è destinata ad evolvere con la natura di cui è parte; Elena Candeo, già nota per le sue azioni di Land Art all’interno dell’Orto Botanico, pittrice, scultrice, land and visual artist, ha lavorato per oltre 14 ore di seguito per la realizzazione dell’Opera, in seguito curata e restaurata giornalmente da Aisha Ruggieri.
Si tratta della prima opera di Land Art mai realizzata in un Giardino tutelato nella città di Padova ed è stata accostata alla panchina rossa, dedicata alle donne vittime di violenza per affermare un concetto fondamentale: laddove il pensiero rispetto alle lotte contro la violenza sulle donne evoca nell’immaginario spesso un pensiero di protezionismo di creature più delicate, #iosonofina viene ad affermare con potenza invece la sua forza, la caparbietà e l’amore della ricerca.
Ed ecco che i fiori che cingono il suo capo si uniscono come liane concettuali a quella panchina a ricordare quanto sia necessario che il pensiero volto alla soppressione di ogni forma di violenza fisica o verbale sia direttamente proporzionale all’evoluzione delle possibilità di espressione e di ricerca in ogni campo, in ogni dove, in ogni quando, in uno sviluppo crescente e senza distinzioni alcune.
I materiali utilizzati: terra argillosa, terra sabbiosa, erica.
Supernova
Opera originale: base:150 cm; altezza: 50 cm, olio su tela
Stampa: base: 650 cm; altezza: 215 cm, stampa tipografica su pvc-free
“La rappresentazione prende avvio da una citazione dagli affreschi giotteschi della Cappella degli Scrovegni, ovvero uno dei rari elementi naturalistici presenti nel ciclodedicato alla Vita di Gesù: l’albero presente nel “Compianto su Cristo Morto”.
L’albero, ad un primo sguardo, appare spoglio, posto all’apice della diagonale che divide il mondo terrestre da quello celeste, si staglia dal blu-lapislazzulo che lascia scorgere le “giornate”della pittura a fresco, preziose ferite del cielo.
Ma concentrando l’attenzione sulle estremità dei rami si scorgono gemme, l’imminente rinascita di una quercia, simbolo di eternità. L’affresco rappresenta in tutte le interpretazioni il cambiamento, la rinascita, la rivoluzione: lascia presagire la Resurrezione di Cristo dall’estremo dolore, apre la strada alla pittura rinascimentale, con pioneristichesoluzioni prospettiche, chiaroscurali, espressive, inedite linee di forza che decentrano lacomposizione.
Oggi, dopo settecentovent’anni, è ancora tempo di rivoluzioni: i Giardini dell’Arena sono rinati dopo un capillare iter di bonifica geografica e antropologica, in una prospettiva lungimirante di rispetto e celebrazione del verde urbano.
Tra il verde dei Giardini e la Cappella degli Scrovegni nasce il manifesto di un paesaggio ideale, descritto con la bella maniera rinascimentale: l’opera originale è infatti un dipinto a olio su tela, ingrandito e stampato su un supporto ecologico pvc-free per guadagnare visibiltà nel paesaggio, al di fuori degli schermi; l’alta risoluzione dell’acquisizione consente di apprezzare le trame della tela di cotone di media granatura.
La roccia che in Giotto descrive il mondo terrestre ora racconta le scelte urbanistiche passate e le possibilità future: da sinistra gli edifici più alti e recenti della città di Padova, descrescono, per periodo storico e dimensioni, in diagonale verso destra, percorrendo a ritroso l’inesorabile spinta verticale della città. Un varco, un mare, l’orizzonte, separano un’altra sponda, simmetrica, che restituisce il corretto orientamento della roccia nella citazione giottesca.
Qui viene rappresentata un’inversione di rotta, ovvero i grattacieli occupano la porzione più bassa della diagonale, lasciando spazio a costruzioni
architettoniche astratte, razionalmente inserite in spazi naturali e una grande palafitta che ricorda la necessità di retrocedere nella cementificazione; nella sezione di destra spunta, al centro, il Palazzo della Ragione, emblema di bellezza e giustizia.
Le linee di forza diagonali separano, come nel “Compianto” il mondo celeste, o delle idee, da quello terrestre; qui le gemme della quercia spiccano il volo come ali di farfalla, simbolo dell’anima, che crescono fino a dominare il cielo, o si staccano come lievi piume che convergono nelle possenti ali di una fenice celestiale.
Il centro della composizione la visione astronomica di una supernova, simbolo della tradizione galileiana che ha portato in alto lo sguardo della città, oltre il cielo.”
Elena Candeo
Elena Candeo, diplomata in Pittura nel 2003 all’Accademia di BBAA di Venezia, insegna discipline artistiche dal 2005 nella scuola secondaria.
L’attività artistica coinvolge pittura, grafica, land art, live painting, che evolvono insieme contaminandosi.
Tra le esposizioni si ricorda:
Ecografiche, esposizione personale presso Artemisia Associazione culturale, a cura di Chiara Coltro e Eva Besazza 2018.
Moving heritage, evento inaugurale del World Tourism Expo, Palazzo della Ragione di Padova, città e siti UNESCO 2014.
Welcome, Art Hotel Europa, residenza artistica a Brno (CR), Penzo+Fiore 2011.
Visitazioni, personale di pittura al Museo Antonio Canova, Possagno (TV), a cura di Eva Besazza 2010.
Contaminazioni-Kontaminaktionen, KH Tacheles, Berlino, a cura di Barbara Fragogna e Martin Reiter, 2008.
Dal 2002 realizza installazioni naturali nel verde urbano con materiali reperiti in loco, nelle quali la sua ricerca visiva, “visionaria ed evocativa” (Eva Besazza, Anfione e Zeto, n.19) guadagna profondità e vita.
Tra le esposizioni di land art: MACC – Manifattura, Commercio e Cultura, Fondazione Università Ca’ Foscari di Venezia, a cura di Giovanna Maroccolo, 2019.
Raptus Proserpinae, installazioni naturali nell’Orto Botanico di Padova, UNESCO, Università degli Studi di Padova, 2012.
Adamà, Cantica per la natura, a cura di Maria Luisa Trevisan, ParDes, laboratorio di ricerca d’arte contemporanea, Mirano (VE), 2011.
“BALLERINA”
Luca Pegoraro
Una struttura di circa 2 metri e 30 in acciaio Corten con inserti in vetro di Murano.
“Era il lontano 1995 quando l’inconscio, liberava questa figura astratta ricca di linee sinuose e piccoli ma intensi tocchi di colore. Un forte bisogno interiore di libertà, leggerezza, ilarità, gioia, proprio come il corpo di una ballerina dalle movenze armoniche al sentire della musica. Replicata in vari supporti e materiali pvc, rame, pla, ottone, vetro.
Ed ecco che nel 2020 trova i suoi componenti appropriati per essere realizzata in dimensioni importanti.
Materiali altamente reciclabili, derivanti dalla natura e perfezionati dall’essere umano.
Corten lega di acciaio con la caratteristica principale di ossidarsi senza corrodersi, come la libertà continuamente minata ma sempre viva all’interno di ogni essere umano.
Il vetro di Murano colorato ricco di luce e giochi di riflessi espressione di gioia come riconoscenza al dono della vita!”
Luca Pegoraro
“Siscromo”
Luca Pegoraro
Siscromo nasce nel 2022 ed e’ lo sviluppo del quadro “Cicciopansa”, uno dei tanti personaggi fantastici usciti da una libera e casuale espressione artistica della mano dell’Artista.
Siscromo è un nome di fantasia ispirato al ricordo di suo padre.
Siscromo e’ un’evoluzione armonica elevata verso l’immenso costituita da due materiali opposti e contrastanti tra loro: acciaio corten, cioè lega coriacea, resistente, indistruttibile e okume’, un legno naturale caldo ma non eterno”
Titolo: Semi e rinascita
Autori: studenti della classe 5E del Liceo Artistico Pietro Selvatico di Padova.
Docente: Federica Tavian
Semi e rinascita è il titolo della ricerca artistica che gli alunni della classe 5E della sezione scultura del Liceo Artistico Pietro Selvatico di Padova hanno sviluppato, iniziando il loro studi progettuali da casa, durante il periodo della pandemia, e portandolo poi a compimento durante questo ultimo anno scolastico. Gli allievi hanno approfondito il concetto di rinascita e di identificazione tra ciò che sono come esseri umani e il potenziale di un seme di un albero.
Partendo dallo studio del loro corpo raccolto come un seme, approfondendo studi di anatomia artistica, di botanica e analizzando opere di artisti che hanno lavorato sul corpo come August Renè Rodin o Camille Claudel, hanno sviluppato alcuni progetti e sculture che parlano di loro, del loro legame con la natura e con il territorio, del loro potenziale in crescita e in evoluzione. Potenziale che ogni individuo ha. Il tema è stato l’occasione anche per conoscere la bioetica e Vandana Shiva e per interrogarsi sulla biodiversità in forma artistica, per affrontare il tema dell’alimentazione e del nutrimento fisico e mentale, analizzando nello specifico l’ Obiettivo 2 dell’agenda 2030: Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare l’alimentazione e promuovere l’agricoltura sostenibile. Gli alunni hanno progettato le opere e le hanno realizzate in argilla, legno, e per l’installazione sugli alberi in stampa 3D.
L’incontro con il team di Sm’Art ha permesso di approfondire il lavoro dal punto di vista performativo con la danzatrice Gemma Paganelli e di collocare in luoghi verdi i semini realizzati, creando alcuni video racconti ed un archivio digitale con tutti i loro progetti.
Ai piedi degli alberi dove vengono installati i semini, un QC rimanda alla fruizione completa dei progetti, e dei video performativi.
La terra nelle mie mani
DI Chiara coltro
A cura di: Enrica Feltracco
Testo critico: Massimo Sabbion